È una sera d’estate a Villa Tittoni, tra alberi secolari e il brusio del pubblico, qualche zanzara e un paio di birrette.
Prima di salire sul palco con il suo spettacolo, Pablo Trincia, tra i volti più noti del podcasting italiano, ha scambiato quattro chiacchiere con noi di bmradio.it. L’occasione? Una lettura pubblica – o se preferite un “reading teatrale” – di A sangue freddo, il capolavoro di Truman Capote che ha cambiato per sempre il modo di raccontare la realtà.

«È un libro che mi ha letteralmente ribaltato», confessa Trincia. «C’è un me prima di A sangue freddo, e un altro me dopo. Capote ci ha insegnato come si osserva, come ci si incuriosisce, come si entra in una storia. E soprattutto: come si racconta un fatto di cronaca con lo sguardo di un narratore».

La voce, il palco, la storia

Lo spettacolo è qualcosa che va oltre la semplice lettura. Non è un podcast, non è teatro, ma una forma ibrida, viva. «È una narrazione orale dal vivo», spiega Trincia. «Un momento collettivo di immaginazione condivisa, che oggi più che mai ci serve. Siamo circondati da schermi, da notifiche, da distrazioni. Ritrovarsi, stare insieme, ascoltare… è un gesto quasi rivoluzionario».

Il richiamo a Capote non è solo letterario. Anche il grande scrittore americano, prima di pubblicare il suo libro, ne fece letture pubbliche a New York. Trincia ne raccoglie idealmente l’eredità: «Volevo ricreare quell’energia, quelle emozioni. Far rivivere quel momento».


Podcast vs spettacolo live: due strade per lo stesso viaggio

Quando si parla di differenze tra podcast e spettacolo dal vivo, Trincia le racconta così: «È come decidere se attraversare un paese in macchina o in aereo. Esperienze diverse, ma entrambe autentiche. Il podcast ti permette di scavare in profondità, di restare dentro la storia per ore. Il live, invece, ti regala il contatto, la pelle d’oca, il respiro del pubblico».


Trincia Tittoni Desio - BMradio.it
Pablo Trincia è stato ospite a Villa Tittoni per un evento tra letteratura, giornalismo narrativo e teatro civile. L’intervista completa è disponibile su bmradio.it.

Mumbai 2050 e il bisogno di osare

Si parla anche di Mumbai 2050, un podcast distopico e visionario sul cambiamento climatico. Una vera sperimentazione. «Lo sapevo che non sarebbe stato per tutti», dice con un sorriso. «Ma bisogna rischiare. Buttarsi. Non si può fare sempre la stessa cosa, anche se funziona. La vita è anche questo: tentare e, se serve, fallire».


Bergamini: una storia ancora aperta

Il suo ultimo lavoro è dedicato al caso Denis Bergamini, una vicenda che ha lasciato il segno. «Rispetto ad altri casi che ho trattato – come Rigopiano o la Concordia – questa storia è ancora aperta. È piena di misteri, di documenti, di testimonianze distribuite in decenni. È stato un altro tipo di viaggio».
La forza del podcast, secondo Trincia, sta proprio lì: «È lo strumento perfetto per raccontare storie complesse, con tempo e profondità. Ti permette di dare del tu alla verità».


E Pablo, che podcast ascolta?

Curiosità finale: cosa ascolta uno come lui? «A dire il vero, da un po’ ho smesso di ascoltare podcast. Ne ho divorati tanti, per anni. Ora mi affascinano quelli scientifici, quelli storici. Tipo Barbero. Ma il true crime, quello, ormai lo faccio più che ascoltarlo».


Foto copertina di: Simone Molteni