di Simone Casarola (@simocasarola)

Archy Marshall aka King Krule, classe 1994, è nato e cresciuto a south east, London.

Senz’altro un bel vantaggio per chi vuole fare musica. Questo esile ragazzo dai capelli rossi però ha dalla sua anche una dedizione rara – a 23 anni è già al terzo LP – e soprattutto una voce baritonale e calda che male si accompagna alla sua figura. Il suo sound passa dall’indie rock al post-punk passando per il blues e intervalli jazz.

 ALBUM REVIEW: King Krule - The OOZ |

Fin dall’album di esordio “6 Feet Beneath The Moon” ha ricevuto gli elogi della critica, con “A New Place 2 Drown” qualcuno l’ha addirittura definito la voce delle nuove generazioni.

Lo stesso Arcy ha però declinato la definizione. Quello di cui canta non è il mondo dei millennials ma uno spaccato della propria personale esistenza. Se nei primi album trova spazio la rabbia per il divorzio dei genitori e l’indole ribelle di un ragazzo appena maggiorenne nel suo ultimo lavoro i toni sono più cupi e ragionati. Sembra assurdo di parlare dell’album della maturità per un timido ragazzo poco più che ventenne. Allo stesso modo però non si può negare la cura e la sicurezza che traspaiono da The OOZ.

The OOZ è un album cupo, di quelli da ascoltare nelle serate d’inverno che ci aspettano.

I testi sono frutto di quelle riflessioni che ti tengono sveglio la notte, di quelle che ti fanno sentire un macigno sullo sterno. “Plagued by our brains, the internal sinking pain” recita Archy in “The Locomotive”. Un flusso di coscienza che ti passa dritto per la testa. Un album che contrariamente ai canoni attuali supera l’ora di riproduzione ma che non pesa all’ascolto. Si parte per un viaggio accompagnati dalla voce ora calda e profonda ora urlata fino addirittura alle code quasi rappate di alcuni pezzi. King Krule ci lascia a disposizione un mezzo per attraversare la nostra coscienza, ciascuno con una propria personale esperienza. Tappeti di piano o morbidi riff di sassofono accompagnano le chitarre, fulcro della produzione musicale di King Krule. Cariche di distorsioni e riverberi estranianti in brani come “Vidual”, minimal jazz in “Logos” e ostinatamente blues in “Lonley Blues”. Una versatilità che una volta di più dimostra il calibro dell’artista in questione.

Con questo LP abbiamo la conferma di tutto il talento e la versatilità di Archy. Non ci sarebbe da stupirsi se lo trovassimo nelle classifiche di fine anno di molti. Non male per un ragazzo di ventitré anni, eh.

King Krule – The OOZ

Tracklist:
1. Biscuit Town
2. The Locomotive
3. Dum Surfer
4. Slush Puppy
5. Bermondsey Bosom (Left)
6. Logos
7. Sublunary
8. Lonely
9. Cadet Limbo
10. Emergency Blimp
11. Czech One
12. A Slide In (New Drugs)
13. Vidual
14. Bermondsey Bosom (Right)
15. Half Man Half Shark
16. The Cadet Leaps
17. The OOZ
18. Midnight 01