scritto dalla “graffiante” Signorina Giorgetti de I Cialtrones 

Si chiude anche la 74esima edizione del festival della canzone italiana.
Dopo 5 giorni e 5 anni, Amedeo Sebastiani, in arte Amadeus, e il suo fido compagno, Rosario Fiorello, salutano il pubblico, purtroppo, con un addio.


5 giorni che hanno tenuto tutti, anche i più lascivi, appiccicati allo schermo o comunque li ha incuriositi.
L’edizione più bella in assoluto, la consacrazione di una direzione artistica fantastica, che ha visto risollevare le sorti di una gara canora che stava perdendo interesse e stimoli da parte di partecipanti e ascoltatori.


Vince Angelina Mango, come i pronostici avevano dichiarato prima ancora che salisse sul palco.
Cognome importante per la 22enne che ha saputo però portarlo con onore, non scimmiottando il padre, ma cantando come la sua giovane età vuole, mix di ritmi, che travolgono tutti, e come una classica
adolescente, anche se adolescente non lo è più, solo sul finale, quasi di corsa, un saluto alla mamma…
i figli son pezz’e cuore!


Secondo Geolier, che dal pubblico ha ricevuto solo fischi per un primo posto nella quarta serata, e nessun altro riconoscimento, non polemizzo sul testo, lo avessi capito, forse avrebbe ricevuto qualche voto in più… è comunque il festival della canzone italiana e non neomelodica.


Vince il premio Mia Martini, Loredana Bertè, che nonostante i suoi 73 anni, ancora riesce ad essere originale e d’impatto anche su un pubblico giovane.


Serata all’insegna della leggerezza grazie ai due conduttori che hanno saputo rallegrare e far divertire, prima loro stessi, e poi tutto il pubblico, coinvolgendolo con aneddoti anche relativi la loro vita privata, che poi è quello che gli ascoltatori vogliono, sapere come personaggi del loro calibro vivano, per confrontarsi o per sentirsi un po’ come loro.


Numeri da capogiro, sia per lo share d’ascolto che per gli ascolti su piattaforme musicali.
E’ ineccepibile, l’ex deejay Amadeus, ha veramente fatto il miracolo, ha mischiato giovani e vecchie
generazioni di cantautori producendo un effetto fantastico, glitterato, ridando vita a chi sembrava disperso nelle balere e glorificando chi non veniva riconosciuto come artista per la giovane età.


E così, tra un John Travolta e un ballo del qua qua che ha provocato non poche polemiche, un Russel Crowe che ha mostrato un lato nuovo della sua carriera e una banale Teresa Mannino che usa il palco di una gara canora per ricordarci che siamo donne, il festival chiude i battenti sino all’anno prossimo, tra la malinconia per non avere un appuntamento fisso a cui partecipare, ma soprattutto per il timore che la prossima edizione possa farci sentire fin troppo la mancanza di colui che ha veramente riunito l’Italia intera per solo 5 giorni, davanti allo schermo.


Arriverderci Sanremo!
Sipario