scritto dalla “graffiante” Signorina Giorgetti de I Cialtrones

Partiamo dal Primafestival.

Mattia Stanga, youtuber/tik toker, bresciano di 26 anni, sbarca sul canale nazional popolare insieme a Daniele Cabras, stessa provenienza artistica, e alle sorelle della canzone italiana, Paola e Chiara.

Un bel salto per Mattia, che dai video irriverenti nei quali “perculava” il rapporto genitori figli o i professori, tipiche gag scolastiche da cambio dell’ora, si trova ora ad indossare i panni del presentatore/intervistatore, senza arte ne parte…e lo sa fare.

Pulito, educato, mai volgare, è riuscito a ricoprire un ruolo non semplice, oltretutto in prima serata, non conforme a lui, dimostrando grandi capacità soprattutto che certe attitudini non sono figlie di…

Do merito alla scelta di Mattia, o comunque alla segnalazione, al figlio di Amadeus, che adolescente, avrà sicuramente notato e fatto notare, succede anche a me con le mie figlie, lo youtuber al padre, scoprendo inconsapevolmente un talento.

Rigide le sorelle Iezzi, che passano dal canto alla presentazione.

Paola la mora ripete come un compitino, senza troppa naturalezza, il copione sapientemente studiato, mentre Chiara, che dovrebbe aver tentato la fortuna in America come attrice, con scarsi profitti a quanto pare, è rigida, ed impacciata.

Serata innovativa quella di ieri.

Un’idea del direttore artistico, i 15 cantanti non in scaletta, hanno presentato i 15 cantanti che si sono esibiti, con estrazione dei neo presentatori e delle accoppiate, durate la sala stampa del pomeriggio.

Lode ad Amadeus, che ha saputo trasformare un programma fin troppo standardizzato, e bravi i neo presentatori che, seppur impacciati, hanno stemperato l’emozione del nuovo ruolo molto bene, creando a volte siparietti molto piacevoli.

Nuova co-cò. Altra romana, Marco Mengoni l’ha preceduta.

Giorgia, festeggiai 30 anni di “E poi”, canzone che la lanciò nell’olimpo musicale,  cantando prima di affiancare il conduttore come co conduttrice.

Magrissima, con abiti impossibili, il vestito semi trasparente con frange era informe, non la valorizzava, a volte uno stile troppo giovanile per l’età che il corpo riflette, si è comunque esibita, come da copione, in un medley dei suoi successi più conosciuti senza troppi fronzoli, certo, un po’ come Mengoni, si è pian pianino “spogliata”, prima  il cappello, poi la giacca, ma sul palco solo lei e la sua voce e quella semplicità che forse fanno dimenticare le prime battute con trascinamento romano.

Spigliata nel presentare John Travolta, e inaspettatamente brava a cambiare lingua con l’attore, una velocità nel passare dall’italiano all’inglese che mi ha stupito, forse se fosse rimasta sul palco e avesse continuato ad intervistarlo la presenza del divo di Hollywood non avrebbe suscitato così tante polemiche.

I vari balletti, prima con Amadeus e poi con Fiorello, non solo hanno ridicolizzato il divo, ma hanno scatenato gli insulti sul web.

Parer mio, dopo averne preso visone, mi son chiesta se sia corretto spendere i nostri soldi di contribuenti,  per fare una pessima figura mondiale a noi come popolo e farla fare a lui, non lo biasimerei se chiedesse un risarcimento d’immagine.

Altro ospite della serata, per fortuna di un calibro un pochino più elevato, e per fortuna Amadeus ha taciuto, è stato il maestro Giovanni Allevi.

Dopo un lungo e fragoroso applauso che precedeva la sua presentazione, ha iniziato il suo teatrale monologo.

Gesticolando, come se stesse dirigendo un’orchestra, ha raccontato il calvario che la malattia lo ha portato ad affrontare, da due anni a questa parte, e di cosa abbia imparato da questa “avventura”.

Un racconto sofferto ma musicale, un’esperienza, a detta sua, che lo ha portato alla riscoperta di alcuni doni, uno fra tutti, il dono della vita…

Perdonatemi, ma parlo per conoscenza, ma non è troppo banale riscoprire la vita quando sai che proprio la vita potrebbe averti cambiato il punto di vista? 

“una volta vidi un’unica poltrona vuota in una sala piena, e mi fece rabbia, ora sono contento se a sentirmi ci sono anche solo15 persone come agli inizi…”

Non voglio fare polemica inutile, ma credo che certi doni, come lui li chiama, dovrebbero essere apprezzati anche senza per forza di cose essere malati.

La vita, è un dono, e dovremmo essere grati di averne una a prescindere dalla nostra condizione di salute.

Trovo banale accorgersi di ciò che ci circonda solo nel momento della malattia o di una disgrazia.

Prolisso, teatrale, ha dimenticato una cosa molto importante a cui nessuno presta mai la giusta attenzione: è facile parlare di malattia, di guarigione, quando hai  mezzi economi per curarti, o hai chi vuole starti vicino perché sei Giovanni Allevi, provate a pensare quante persone comuni non hanno i soldi anche solo per il ticket sanitario, o non hanno il tempo per aspettare i tempi lunghissimi della burocrazia italiana per ricevere un aiuto che gli spetta di diritto.

Bisognerebbe ascoltare, lodare, non chi va su un palco a raccontare una storia che per la maggior parte delle volte ha il sapore di una rinascita, ma dar voce a chi lotta da comune mortale giù dal palcoscenico.

Primo in classifica a fine serata Geolier, il cantante neomelodico.

Stasera nuovi 15 presentatori e Teresa Mannino come cocò…e poi niente sarà più come prima…