scritto dalla “graffiante” Signorina Giorgetti de I Cialtrones

“E poi nulla sarà più come prima!”

E’ con questa frase che Mengoni annuncia l’inizio del 74esimo Festival della canzone italiana.

Si apre il sipario, e dalla fatidica scalinata, tra i fragorosi applausi e l’orchestra che suona, arriva un emozionato ma orgoglioso Amadeus.

Quinta edizione per il presentatore, nonchè direttore artistico.

Giacca bianca e bavero nero, tutto tempestato di strass, dopotutto, vuole splendere, colori che hanno dettato la scelta stilistica della maggior parte dei big in gara, tranne che per Angelina Mango, in rosa cipria, con stampe mixate su tessuti differenti, bordeaux/terra bruciata e blu per il duo Renga e Nek, e arlecchinata per i bunker 44, molto da bunker, tanto da chiave nascosta dovessero entrarci…

Non scandalizza la Mannoia, scalza e in abito bianco, outfit già proposto nelle passate edizioni da artisti come Elisa, Madame, Anna Oxa e Achille Lauro, stessi colori e stesse “calzature”.

Un tuffo nell’Inghilterra degli anni ’80 con il gruppo la Sad.

Il punk estremo fa parte della mia generazione, un periodo che ho vissuto per osmosi.

Mi ha fatto sorridere vedere capelli colorati e cotonati come se si avesse in testa un elmo appuntito, sono sempre favorevole al ritorno delle mode, purchè queste ripropongano una lettura più moderna di ciò che è stato, la copia, fatta male, lascia il tempo che trova, in questo caso ha prevalso sulla canzone il look, mettendo in secondo piano il tema del brano presentato, quale il suicidio.

Canzoni clonate!

Dai Kolors che ripropongono un “Italodisco” in chiave invernale, ad una Mannoia che canta la solita ballata simile ad un suo successo “Il cielo d’Irlanda”.

Non si smentisce Gazzelle, con quel tono romano graffiante, a parlar d’amore, anche la sonorità è simile a qualcosa già sentito di suo.

Deludente Sangiorgi, che nel testo ripropone parole prese da “La canzone del sole”, di Battisti, che tra l’altro canterà con Malika Ayane nella serata dei duetti; speravo in meno vocalizzi, farsetti e più fantasia nel brano

Brava Angelina Mango, se non altro ha avuto padronanza del palcoscenico. 

Figlia d’arte da parte di entrambi i genitori (ricordiamoci che la madre fu la cantante per un periodo dei Mattia Bazar), ha saputo portare avanti l’azienda di famiglia con un cognome importante, senza fallire, per ora, ma dimostrando capacità, impara l’arte e mettila da parte, mi verrebbe da dire!

Troppa imitazione dei Maneskin, outfit e interpretazione, da parte dei Santi Francesi.

Emma, forse, è quella che è uscita dalla sua comfort zone.

Tutina nera che mostrano gli effetti della dieta, trucco semplice, e capello sciolto, ha proposto un brano che potrebbe benissimo essere suonato, con i giusti mix, nelle discoteche.

La scelta di un look semplice privo di gioielli ad illuminarla, e di classiche decolletés lucide che si confondevano con le calze da 30 denari nere, mi fa pensare che abbia adottato la tattica giusta, ovvero far sentire la sua canzone tralasciando l’immagine.

Primo posto, anche nella prima classifica sanremese, per Loredana Bertè.

Testo semplice, che descrive un po’ il suo status o mood, e col quale una buona parte di tutti noi si riconosce.

Orecchiabile!

Taglierei i capelli, dopo i 40 ci vogliono mezze misure un po’ per tutto, gonne incluse, ok le gambe magre, ma fanno a pugni con un viso che di giovane ha solo il poco tempo trascorso tra un filler e l’altro.

Fuori classifica per i Ricchi e Poveri!

Tra la fatica della regia a trovare luci adatte o che non mettano in evidenza rughe e macchie dell’età, a quella degli acconciatori per capire come gonfiare la testa quasi pelata di Angela, e dar vigore al lungo di Angelo, e quella di stilisti per cercare di ringiovanire due corpi ormai consumati dalla vita, credo che a loro vada il premio per la costanza e la grinta a prescindere dalla canzonetta portata, che altro non è che un mappazzone, come direbbe Barbieri, di tutte le canzoni cantate in tutti questi anni.

Chapeux, hanno comunque fatto divertire solo salendo sul palcoscenico con un mega fiocco rosso che li vede ancora uniti dopo 32 anni di carriera.

Premio a Marco Mengoni.

Aprire una kermesse canora, da solo, davanti a milioni di telespettatori che altro non aspettano che una tua figuraccia, credo non sia facile, ma soprattutto sapersi destreggiare vicino ad un conduttore che lascia poco spazio agli errori e ai fuori programma se non ben programmati.

Bravo, veramente bravo, spontaneo, semplice anche con completi anni ’70 in pelle rossa, non facili da indossare e con la paura ad assomigliare a qualche collega di Starsky e Hutch, ironico col suo accento romano, mai invadente, e capace in un ruolo non suo, perchè quando si esibisce, non ce n’è per nessuno, preciso, impostato, spettacolare.

Scelta azzeccata, e dignità salvata, vale tutto il valore attribuitogli!

Seconda serata nuovo conduttore, Giorgia, altra veterana del festival…buona visione!