Si, sono cinesi, ma i suoi prodotti non sono affatto delle “cinesate”.

Xiaomi (si pronuncia sciàomi) aprirà a fine maggio il suo primo store italiano e si parla già di rivoluzione.

Questo perché, anche se il core business di Xiaomi nasce nel 2011 con la produzione di smartphone (sono il quarto produttore mondiale dopo Samsung, Apple e Huawei), hanno iniziato a diversificare l’offerta: nel nuovo negozio milanese si troveranno quindi anche braccialetti fitness, Smart TV, monopattini elettrici, bilance intelligenti, spazzolini elettrici e, ovviamente, smartphone. Si tratta quindi di una vera e propria estensione di gamma, un fenomeno raro nel mondo della tecnologia dove la tendenza è quella di specializzarsi nell’offerta commerciale.

Il fondatore 49enne Lei Jun, definito da molti lo Steve Jobs cinese, dice che si tratta di prodotti sorprendenti a prezzi onesti: proprio quello che mancava sul mercato. Xiaomi si sta già preparando a quella che potrebbe essere una delle Ipo più interessanti del 2018!

Onestamente avremmo preferito vedere il marchio “made in Italy” dietro ad una iniziativa di successo, magari frutto di investimenti statali in una startup di provincia. Ecco, questo potrebbe presto diventare realtà grazie ad un recente accordo tra la Fondazione Politecnico di Milano e Tsinghua University di Pechino per far collaborare le rispettive eccellenze nel campo dell’innovazione e della ricerca tecnologica. Non resta che aspettare… qualche anno!